giovedì 6 dicembre 2007

Seducendo Vino: il primo corso di seduzione che parla anche di vino.

Sarà tenuto a Roma dalla Dott.ssa Ida Carità ,questo innovativo corso, per gli appassionati del vino e della seduzione. Il corso si terrà presso C.R.D.D.M.M Marina Militare Lungotevere delle Armi 20

Il vino è indubbiamente un potente mezzo di comunicazione o, se vogliamo essere precisi, è un mezzo molto efficace per favorire, la comunicazione e per creare tutti quei presupposti per una sano ed un piacevole stare insieme.
Ma è anche strumento, che se ben conosciuto e gestito, può garantire, ottimi risultati per creare l’ incantesimo che si chiama seduzione. Quel momento magico in cui tutto può accadere, e che può portarci a momenti indimenticabili.
Sia l’uomo, che la donna, devono quindi conoscere , i rituali che accompagnano questa afrodisiaca bevanda, sia nella forma che nella sostanza, divenendo padroni delle relative tecniche di comunicazione ad esso abbinate.
Comunicare con il vino è un’arte che si può apprendere solo da chi esperienza sia nel campo della degustazione che della comunicazione.
Infatti la dottoressa Ida Carità è sia una esperta di vini che di comunicazione interpersonale e PNL;
questo connubio fa di questo corso, un evento, unico nel suo genere, che potrà essere , quasi un percorso iniziatico, verso i piacerei di quello che tanta letteratura e poesia ispirò.
Da Dionisio a Bacco, tutto lega il vino, alla magia del femminile e dell’amore e dei piaceri della vita ed ora, questi piaceri, potranno essere disponibili anche per voi.

Mettiti in gioco con allegria e con il piacere della condivisione in un percorso full immersion, semplice e coinvolgente. Sabato 15 Dicembre dalle 10,00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.00 presso il C.R.D.D.M.M. Lungotevere delle Armi 20 50 metri fermata metro Lepanto- Roma.

L’incontro è a numero chiuso (massimo 20 persone),
Per informazioni e prenotazioni contattare l’organizzatrice del corso
Dott.ssa Ida Carità allo 06 37 35 24 13.

PROGRAMMA

- Il vino e la sua storia
-Come creare i presupposti per una piacevole convivialità
-Come presentare al meglio se stessi
-Come individuare rapidamente necessità e aspettative
-Capacità e caratteristiche personali
-Capire noi stessi per capire gli altri
-Comunicazione efficace: voce, corpo, contenuti
-Come creare facilmente empatia
-La comunicazione applicata alla seduzione.


http://www.centrostudidiapason.it/seduzione_corso_vino.htm

venerdì 2 novembre 2007

Come recuperare i crediti direttamente dall’azienda

Il prossimo seminario si terra 11 novembre a Roma Presso: C.R.D.D.M.M. Ministero Difesa Marina Militare Lungotevere delle armi 20 (Fermata Metro Lepanto) Per informazioni (numero gratuito) 800135491

IL recupero dei crediti e la gestione dei solleciti di pagamento, riguarda, quasi la totalità delle aziende .

Molte, sono le possibilità, che oggi vengono offerte dal mercato, (come l’affidamento ad agenzie specializzate) ma la soluzione ottimale è quella di creare all’interno della propria azienda, una figura professionale che, esplichi questa attività utilizzando come mezzo primario il telefono.

Per fare ciò, però, è necessario che la persona scelta, per questo incarico (o che si voglia proporre) abbia, delle conoscenze idonee, che potremmo sintetizzare, in conoscenza di tecniche e di recupero crediti stragiudiziale.

Dette tecniche permettono di effettuare con notevole successo, dall’interno stessa dell’azienda, tre tipologie d’intervento:

La prima è preventiva alla concessione di un credito, ed è necessaria per la raccolta delle informazioni per la valutazione della solvibilità del cliente, prima della vendita, con assegnazione di un indice di rischio (Rating)
La seconda è per sollecitare il pagamento dei crediti scaduti da poco, mantenendo inalterato il rapporto commerciale con il cliente .
La terza è di vero e proprio recupero dei crediti in sofferenza, ovvero come ottenere il pagamento da parte del debitore, come rintracciarlo e come convincerlo tramite delle apposite tecniche di mediazione. (In questa fase viene anche elaborata la corretta raccolta delle informazioni necessarie per la valutazione e l’affidamento al recupero crediti esterno (agenzia) o legale)

Il Centro studi Diapason ha elaborato un seminario della durata di un giorno, che si tiene di domenica, a Roma, per rendere possibile la partecipazione ad imprenditori e impiegati d’azienda ,senza togliere nulla al lavoro ordinario, e che offre le conoscenze tecniche e giuridiche per la gestione del recupero crediti e del servizio solleciti e della raccolta d’informazioni usando il telefono in modo professionale.

Il corso è modulato anche per persone che non hanno nessuna conoscenza specifica e si articola in nei seguenti argomenti:

La comunicazione telefonica finalizzata alla gestione (concessione e recupero) del credito
La gestione delle pratiche di contenzioso
La raccolta delle informazioni visure Enti Ufficiali e “banche dati” private
La lavorazione per fasi progressive , una tecnica esclusiva, che permetterà di avere sempre sotto controllo la situazione di tutte le pratiche sia di sollecito che di recupero.
Sintesi degli elementi giuridici sul recupero crediti stragiudiziale
Tecniche di rintraccio dei debitori ed assunzione delle informazioni patrimoniali
Limiti di applicazione sulla legge sulla tutela della privacy

Tutti gli argomenti saranno trattati in modo semplice ed esplicativo finalizzato a una reale immediata utilizzazione.

Orario del seminario : ore 10 – 13 ore 14 – 19
Il costo del seminario è di 150 euro + iva comprensivo di materiale didattico.
Per visitare il sito http://www.centrostudidiapason.it/fonecollection2.htmA tutti i partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione
Per informazioni e iscrizioni 800135491

venerdì 5 ottobre 2007

DAL SOLLECITO AL RECUPERO CREDITI, TRAMITE IL TELEFONO (CORSO DI PHONE COLLECTION)

Seminario, a cura del Centro Studi Diapason,si terra a Roma Domenica 11 NOVEMBRE 2007 Presso l'Hotel Marconi Via G. Amendola 97 a 100 metri dalla Stazione Termini
IL seminario si pone come obiettivo di fornire, ai partecipanti , le conoscenze tecniche e giuridiche per la gestione del recupero crediti e del servizio solleciti in modo professionale e ottimizzato usando il telefono. E' rivolto a tutti coloro, che vogliono trovare spazio in un nuovo lavoro, in forte fase di espansione, operatori che vogliano ottenere una maggiore specializzazione aziende che vogliano creare al loro interno una figura professionale capace di gestire tali problematiche.

In un periodo , dove il tasso d’insolvenza ha raggiunto il massimo storico ed il ricorso al credito è divenuto ormai elemento della vita quotidiana, il recupero crediti, diviene una delle attività di maggiore interesse per chi vuole affacciarsi al modo del lavoro o chi vuole specializzarsi in tecniche innovative .
Oltre alla classica attività esattoriale oggi si sta sviluppando la tecnica definita di PHONE COLLECTION

CHE COSA È LA PHONE COLLECTION ?
È UNA SERIE DI TECNICHE CHE PERMETTONO DI GESTIRE PRATICHE DI RECUPERO CREDITO O DI EFFETTUARE IL SERVIZIO SOLLECITI DI ( CREDITI IN SOFFERENZA), IN MODO ORGANICO E PROFESSIONALE, USANDO IL TELEFONO, NEL MODO PIÙ ADEGUATO E CORRETTO.

IL seminario, della durata di un giorno sarà così articolato: ( ore 10.30 ore 19.30 )

Elementi giuridici sul recupero crediti Stragiudiziale
Limiti di applicazione sulla legge sulla tutela della privacy
Tecniche di recupero crediti stragiudiziale
Tecniche di rintraccio dei debitori ed assunzione informazioni
Visure enti ufficiali e “banche dati” private
la comunicazione telefonica
La gestione delle pratiche di contenzioso
La lavorazione per fasi
Uso del protocollo operativo
La modulistica funzionale
Lo scarico delle pratiche

Costo 150 euro

Per prenotazioni 800 135491

http://www.centrostudidiapason.it/fonecollection2.htm

redazione.format@email.it

venerdì 14 settembre 2007

''BASTA ESSERE SPETTATORI! COMUNICATORI VINCENTI SI DIVENTA, NON SI NASCE!''

Questo è il titolo del nuovo seminario, organizzato dal Centro Studi Diapason che sarà presentato venerdì 28 settembre alle ore 20 a Salerno presso la presso la sala DIPREN Via Robertelli 8. La presentazione è gratuita.
La comunicazione interpersonale diventa sempre più difficile
Uno dei motivi è l’enorme accelerazione dei cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi cento anni e che non possono più essere capiti con comportamenti e regole tradizionali, il che comporta un turbamento, una incapacità a comprendere ed è sempre più difficile adattare situazioni nuove a vecchie regole che si stanno dimostrando, anche contro la nostra volontà, incapaci a spiegare e a spiegarci ciò che ci avviene intorno.
Altro elemento meno evidente, ma più subdolo, è la sovrapposizione di modi di comportamento spinti fino all’irrazionale. Infatti, ogni società tende a contrastare, con le sue proprie regole, una situazione sociale, e di conseguenza personale, che sta sfuggendo dalle mani.
In questi casi, apparentemente, l’unica maniera di sopravvivere è il rifugiarsi in un ‘unica realtà, la propria e, per difendere le proprie convinzioni , creando un vero e proprio muro alla comunicazione interpersonale.

Comunicare con tutti e farsi comprendere è la base di partenza per il superamento dei conflitti con gli altri. Comunicare in maniera efficace rinvigorisce l’EGO!
Niente più timori e paure, bando ad indecisioni ed alle insicurezze. Noi siamo ciò che decidiamo di essere! Ogni momento della nostra vita deve essere frutto di una scelta e per raggiungere tale obiettivo, bisogna fare propri gli strumenti utili .
Al riguardo esistono delle strategie e dei percorsi specifici utili a tale scopo, per migliorare di molto il rapporto con i colleghi di lavoro, gli amici, la famiglia, il partner.
L’ incontro ti darà la possibilità di dare una svolta alla tua vita, fornendoti l’opportunità di capire come eliminare i tuoi problemi di comunicazione .

Durante l’incontro di presentazione , saranno illustrati i contenuti specifici del seminario, attraverso una divertente full immersion che offrirà a tutti la possibilità di verificare quali sono gli errori più comuni che si fanno durante il percorso comunica

Per info e prenotazioni (Consigliata) 320 0956483
www.centrostudidiapason.it

Giuseppe Maria Galliano
Centro studi e produzioni Diapason

martedì 21 agosto 2007

I segreti per fare e capire la televisione. corso per la Scuola Secondaria di 1° e 2° Grado

Sulla base delle odierne indicazioni Ministeriali, è stato sviluppato dal centro studi Diapason, in collaborazione con Prof.ssa Balbi Maria Rosaria, di Salerno, un progetto innovativo, che ha come obiettivo, rispondere alla necessità, di illustrare le tecniche di decodifica, di quello che la televisione propone , sotto le forme più svariate .

Il progetto si propone di permettere ai minori, di decodificare in modo corretto i messaggi, di cui essi stessi, rappresentano il target, con, una adeguata conoscenza dei meccanismi tecnici e creativi e narrativi.
Ciò nasce dalla analisi, che una non adeguato percorso illustrativo e formativo, nell’ambito della corretta conoscenza del mezzo , può determinare nell’adolescente, un tale livello di confusione, da provocare atteggiamenti, comportamenti ed azioni, spesso pericolosi o dannosi per se e per altri. Il nostro progetto rappresenta dunque l’opportunità di stimolare ad un mutamento di prospettiva: da passivo fruitore del “mezzo” a fruitore intelligente e discriminante del mezzo stesso.
Il corso è articolato in ore di laboratorio ed ore di incontro/dibattito, organizzate da esperti del settore che, forniranno le indicazione per la corretta decodifica dei messaggi , ed adoperando mezzi tecnici adeguati, realizzeranno insieme ai discenti un vero prodotto televisivo, permettendo, quindi di sperimentare sul campo, i significati del cosiddetti “filtri di mediazione”.
Infatti, partendo dalla lettura, del romanzo storico” La viandante sul mare di nebbie” creando logiche di interconnessione fra varie discipline scolastiche, produrranno un ,Coming soon, ed un Trailers da detto romanzo.
Inoltre, durante lo svolgimento del progetto, i discenti stessi, realizzeranno un breve documentario che racconterà tutte le fasi del corso. Il documentario sarà poi trasmesso in un apposito contenitore dedicato alla scuola che andrà in onda su Sat8 Sky 859 e su un circuito nazionale di 25 emittenti televisive .
.Al progetto verrrà dato ampio risalto mediatico, sia nella fase di, start up che nella, fase finale in modo da dare visibilità alla struttura scolastica ai docenti ed al direttore didattico in ambito nazionale.

Per infoTel. 089481223 Cell. 3923328262

Per approfondire

martedì 7 agosto 2007

10 agosto “Calici di stelle” a Montefalcione (Avellino)

10 agosto “Calici di stelle” a Montefalcione (Avellino)
Quest’ anno, i calici brilleranno, sotto le stelle cadenti di San Lorenzo, in onore della bellezza ed della salute, infatti tutta la serata, voluta dal sindaco Vanda Grassi e dal presidente del “Laboratorio per Promozione del Territorio” Teobaldo Acone avrà come filo conduttore il vino, la salute e la bellezza.
Il Programma dell’evento :
Ore 19,30 Concorso di disegno sul tema “ La suggestione del vino ”.

Ore 20,00 Inizio convegno “Vino e salute”.
Apertura del convegno con i saluti da parte del sindaco di Montefalcione Vanda Grassi. Introduce il Presidente del Laboratorio per la Promozione del Territorio Teobaldo Acone
Relatore del convegno Dott. Botta Amodio responsabile U.O.D Dietologia e Nutrizione Clinica AORN- Ospedale Moscati di Avellino.
Interverrà la Sig.ra Mazzariello Alba Cristina, Estetista e Responsabile del Centro Estetico Kristina sul tema “ Vino Cosmesi e Benessere ”.

Ore 21,30 Apertura banco d’assaggio nel piazzale e nel chiostro del Comune di Montefalcione con la partecipazione di dieci aziende vitivinicole ed aziende di prodotti tipici .

Al termine della manifestazione ci sarà la premiazione del concorso di disegno “La suggestione del vino”.
La serata sarà accompagnata da musica jazz, in attesa di osservare, qualche stella cadente
Come Raggiungere Montefalcione

Montefalcione, comune della regione Campania in provincia di Avellino, dista circa Km 15 dal capoluogo di Provincia e circa Km 70 da Napoli (Capoluogo di regione) e Km 11 dal casello autostradale Av-Est della Napoli Bari.

Distanze in km per raggiungere Montefalcione (AV)
Avellino -15 Km
Napoli - 70 Km
Casello Autostradale AV-EST (NA-BA) 11 Km
STRADE DI ACCESSO AL COMUNE - S.P. 61
http://www.centrostudidiapason.it/calici sotto le stelle.htm

martedì 17 luglio 2007

Il linguaggio del corpo e le relazioni interpersonali


Il linguaggio del corpo e le relazioni interpersonali
Si terra a Roma Domenica 22 Luglio 2007 Presso l' Hotel Marconi Via Amendola
(Adiacente stazione Termini) con inizio alle ore 10.30
Il corso organizzato in collaborazione con il Centro Studi Diapason Ti dà le conoscenze
per captare e decodificare tutti i segnali non verbali che produciamo, dandoti un ‘arma
vincente nello sviluppo dei rapporti interpersonali!
Verranno insegnate tecniche innovative ed estremamente efficaci che Ti permetteranno
di superare molte difficoltà della vita come relazionarsi con gli altri, superare un
esame o riuscire brillantemente a un colloquio di lavoro!
Saranno esaminati, con il supporto di un vocabolario per immagini, più di 150 macro gesti significativi
Che forniranno una mappa per la decodifica delle principali emozioni. stati d’animo e messaggi celati.
Il corso tenuto dal Dott. Giuseppe Maria Galliano esperto in comunicazione interpersonale e
d’impresa autore di molte ricerche e seminari sull’argomento

Per informazioni e prenotazioni chiama il numero verde 800135491

PROGRAMMA
-Parte introduttiva.
-La maschera: uno, nessuno, centomila.
-Il nostro corpo e la sua corazza.
-Lo spazio sociale e interpersonale.
-L’abito fa il monaco.
-Gesti segnali e segni.
-I luoghi dell’interpretazione.
-La decodifica dei gesti ingannevoli.
-Il linguaggio del corpo: sintassi e grammatica.
-Individuazione degli schemi.
-Messaggi da inviare come verifica delle corrette interpretazioni.
-Vocabolario d'immagini di gesti significativi
-Esercitazioni pratiche.

mercoledì 11 luglio 2007

13 LUGLIO PRESENTAZIONE DEL CORSO : ''AUTOSTIMA ED IL LINGUAGGIO DEL CORPO ''

La presentazione del corso , organizzato dal centro studi Diapason e l’ associazione CEMUI, entrambi con sede a Roma, nell’ambito del progetto Pegasus, (sviluppo e valorizzazione delle risorse individuali ) si terrà a Potenza il 13 luglio 2007 alle ore 20.30 presso IREFOR Contrada Malvaccaro (adiacenze ristorante La Tigre)

La presentazione, partendo dal concetto di autostima, verificherà come il linguaggio del corpo , che è lo strumento con il quale comunichiamo e leggiamo i nostri pensieri profondi, possa divenire strumento utilissimo per una maggiore crescita personale.

Infatti, l 'autostima è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita e creare rapporti con gli altri positivi e privi di conflitti.

Il proprio livello di autostima, nasce da un confronto fra sé e il mondo circostante, se il confronto è errato, errate saranno le conclusioni, che spesso sono mutuate da false informazioni provenienti dalla comunicazione paraverbale dei nostri interlocutori. La giusta decodifica di dette informazione è la risoluzione di molti dei conflitti che spesso, possono verificarsi.

Per informazioni 0637352413

sabato 30 giugno 2007

Presentazione a Potenza: seminario sulla ''Autostima ed il linguaggio del corpo''

Presentazione a Potenza: seminario sulla ''Autostima ed il linguaggio del corpo''

Il Seminario, organizzato dal centro studi Diapason e l’associazione CEMUI entrambi con sede a Roma, avrà una presentazione gratuita il 13 luglio 2007 alle ore 20.30 presso IREFOR Contrada Mavaccaro (adiacenze ristorante La Tigre).

Il Seminario, organizzato dal centro studi Diapason e l’associazione CEMUI entrambi con sede a Roma, avrà una presentazione gratuita il 13 luglio 2007 alle ore 20.30 presso IREFOR Contrada Mavaccaro (adiacenze ristorante La Tigre)

L'autostima è l'idea che ognuno ha di sé ed il linguaggio del corpo è lo strumento
con il quale lo comunichiamo e lo leggiamo.

L'autostima è fondamentale per ottenere il meglio dalla vita.
Come è indispensabile capire le tecniche di lettura del linguaggio del corpo
ed instaurare una corretta comunicazione a doppia chiave.

Il proprio livello di autostima, nasce da un confronto fra sé e il mondo circostante, se il confronto è errato, errate saranno conclusioni, che spesso sono mutuate da false informazioni provenienti dalla comunicazione paraverbale dei nostri interlocutori.
La giusta decodifica di dette informazione è essenziale per la crescita della nostra autostima

La vera autostima

La fiducia in sé stessi è importante, ma la vera autostima passa sempre attraverso la comprensione del mondo; infatti

•deve essere indipendente dal giudizio degli altri
•deve basarsi sulla perfetta conoscenza dei nostri punti di forza e dei nostri punti deboli
•deve essere basata su giuste decodifiche del paraverbale
•deve portarci a migliorare i punti deboli
•deve consentirci di avere obbiettivi realistici.

Per informazioni 0637352413

giovedì 28 giugno 2007

Come superare una separazione , seminario a Roma il 15 Luglio 2007

Come superare una separazione , seminario a Roma il 15 Luglio 2007
La fine di un matrimonio, di una lunga convivenza o di un fidanzamento sono sempre eventi traumatici che portano, chi li vive, a percorrere una spirale di disagi tra smarrimento e difficoltà a ricominciare. Si tratta di situazioni che tutti, almeno una volta nella nostra vita, abbiamo sperimentato.

Rimanere improvvisamente soli significa quasi sempre dovere affrontare una realtà in cui si fa un’enorme fatica a riallacciare vecchie conoscenze o a crearne di nuove.

In seguito alle innumerevoli richieste di consulenza su queste importanti tematiche, La seduzione.net, in collaborazione con il Centro Studi Diapason, ha creato questo nuovo evento formativo raccogliendo le esperienze e modellando le strategie di decine di persone che sono riuscite a superare brillantemente questi momenti. Questa iniziativa (unica nel suo genere nonché novità assoluta in Italia) è rivolta a tutti coloro che desiderano trasformare il distacco in una fonte di nuove ed entusiasmanti opportunità per ricominciare a godere, con rinnovato entusiasmo, dei piaceri di una relazione.

Per rimarginare le ferite provocate da un allontanamento. Per le persone che ancora adesso si chiedono “perché”. Per superare il momento del distacco. Perché, guardando con determinazione all’interno noi stessi, è possibile trovare le risorse capaci di modificare, in modo positivo, molti aspetti della vita. Perché “ricominciare” è possibile.

Per ridisegnare alcuni aspetti della propria vita e capire che ciò che è considerato “fallito” è semplicemente “finito” e che, da quel punto, c’è un nuovo inizio e una nuova vita. Ti proponiamo di metterti di nuovo in gioco, con il piacere della condivisione, in un percorso coinvolgente ed emozionante!

PROGRAMMA
-Analisi sullo stato attuale sia emotivo che razionale (Ovvero come stai ora)
-Viaggio all’interno di se stessi (capire cosa e perché ci provoca turbamento)
-Proiezione della persona rispetto all’accaduto
-Ipotesi del “dubbio”: di chi è la colpa?
-Rapporti finiti o falliti?
-Voglia di trovare nuove soluzioni
-Rimodulare i propri atteggiamenti (come rimettersi in gioco )
-Come pianificare il raggiungimento dell’obiettivo
-La comunicazione (non per vincere ma per con…vincere)
-Possibilità di intraprendere cambiamenti
-Miglioramento della propria autostima
-Feed-back e momenti di confronto

Per informazioni 800 135491

giovedì 7 giugno 2007

Perché ci siamo lasciati? Ed ora cosa faccio ?

Perché ci siamo lasciati? Ed ora cosa faccio ?
Per rimarginare le ferite provocate da un allontanamento.
Per le persone che ancora adesso si chiedono “ perché”.
Per superare il momento del distacco.
Queste le risposte che il seminario organizzato 1 luglio 2007 a Roma presso la sede della associazione CEMUI vuole fornire ai partecipanti.

“Quando l’amore finisce, lasciatelo andare
benché le sue vie, siano faticose e ripide.
Quando la solitudine vi prende, abbandonatevi ad essa
In attesa della meritata ricompensa”

Perché “guarire” è possibile

Perché è possibile, guardando con coraggio, all’interno noi stessi,
intravedere le risorse capaci di modificare,
in senso positivo, molti aspetti della nostra vita.

Per ridisegnare, alcuni aspetti della propria vita,
e capire , che ciò che è considerato “fallito”
è semplicemente “finito” e che da quel punto, c’è un
nuovo inizio ed una nuova vita.

La proposta è di mettersi nuovo in gioco, con il piacere della condivisione
in un percorso coinvolgente ed emozionante dalle 9,30 alle 13.30
e dalle 14.30 alle 18.30 del 1 luglio 2007 a Roma presso
la sede della associazione
CEMUI “Comunicare per crescere”
Via Archelao di Mileto, 30
00124 Roma

Per informazioni: Ida Carità 3474328398 - 0637352413

MESSAGGI E MASSAGGI PER L’ANIMA, WORK SHOP, ROMA 7 LUGLIO 2007

MESSAGGI E MASSAGGI PER L’ANIMA, WORK SHOP, ROMA 7 LUGLIO 2007

Un incontro, Presso il “Salotto delle idee” via Gallia 50-52 - Roma, dedicato a coloro che hanno la voglia, di regalarsi un giorno “tutto per loro”, per potersi riappropriaredella chiave, del cassetto, dove i loro sogni, sono stati chiusi, tanto tempo fa.



06/06/2007 - Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio
di sognare e di correre il rischio, di vivere i propri sogni.

Un incontro per “accarezzarsi l’anima” , ovvero , scendere all’interno di se stessi,
per risentire le voci e i suoni del passato, rivedere le immagini che ci legano a ciò che è stato
e rimodulare i propri atteggiamenti , per una nuova rinascita .

Per poter, interpretare , in maniera diversa , gli aspetti
della vita passata e presente al fine di raggiungere, quegli obiettivi,
che costituiscono la ricostruzione della nostra autostima,
che spesso , inconsapevolmente è
andata in frantumi, mettendoci nella condizione, di non saper più agire.

Dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.0 alle 18.30
un percorso in full-immersion, interattivo , e coinvolgente .

Il percorso di ricostruzione ,rispetta i ritmi dell’attenzione e dell’apprendimento
e facilita l’integrazione del gruppo.

Sono previsti due coffee break ed una colazione di lavoro,
inclusi nella quota di iscrizione.

Per informazioni:
Marialaura Zitarelli– 3392914102
Ida Carità -3474328398
06 37352413

mercoledì 23 maggio 2007

Breve analisi sulla comunicazione interpersonale

Breve analisi sulla comunicazione interpersonale

Il concetto di comunicazione come “messa in comune” è sottolineato dagli aspetti relativi alla costruzione sociale della realtà che gli attori contribuiscono a creare e le relative competenze necessarie in tale lavoro di espressione da un lato e di ricostruzione della realtà dall’altro.

Questo concetto è vicino a quello di comunicazione come scambio, come condivisione e sottolinea la partecipazione attiva del destinatario nel dare il proprio consenso e a quello di comunicazione come relazione sociale in cui gli attori sono consapevoli del processo di mutua influenza.

Altri rimarcano il concetto di comunicazione come inferenza, come processo di deduzione messo in atto nell’utilizzare e interpretare indizi colti nei messaggi. Altri ancora sottolineano il concetto di comunicazione come ermeneutica per indicare il lavoro interpretativo autonomo che ogni ricevente inevitabilmente utilizza nel dare un proprio senso a quanto gli viene comunicato, rinforzando la distinzione tra l’intenzione del mittente e il conferimento di significato del destinatario.

La comunicazione può definirsi come la modalità attraverso cui si instaurano, si strutturano, si sviluppano le relazioni sociali e si afferma il “se” nel mondo come attori individuali e/o collettivi. La comunicazione si inserisce all’interno di un contesto culturale di riferimento in cui un emittente, trasmettendo un contenuto tramite un canale ed un codice condivisi col ricevente, può ricevere dal destinatario un feedback comunicativo. La comunicazione è culturalmente modellata in un ambito culturale definito in cui gli aspetti di contenuto e quelli di relazione vengono determinati secondo una codificazione ed una simbologia accettata e condivisa.

Per comunicazione interpersonale si intende quel processo che coinvolge almeno due persone e un contesto. Tale processo è interattivo, circolare, dinamico, evolutivo, irreversibile e soggetto all’influenza di molteplici fattori: gli attori della comunicazione e la loro relazione, il contenuto che si stanno scambiando, il modo con cui se lo scambiano, il contesto in cui avviene l’interazione, gli obiettivi generali e individuali dell’incontro, le strategie di comunicazione dei singoli e la flessibilità con la quale reagiscono all’evoluzione del processo.



Approcci, assiomi e fattori di efficacia della comunicazione



Il libro “Pragmatica della comunicazione umana” (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971) ha posto le basi di un nuovo paradigma della comunicazione evidenziando cinque assiomi. Gli assiomi prestano attenzione agli effetti pragmatici dell’azione comunicazionale e danno valore all’influenza reciproca di tutti i fattori coinvolti

L’approccio pragmatico esamina la comunicazione interpersonale come un processo irreversibile, in continua evoluzione in cui le persone coinvolte si influenzano reciprocamente.

L’approccio strategico considera invece la comunicazione un atto appreso, che va guidato ed educato. La conoscenza delle tecniche di comunicazione interpersonale fa divenire più consapevoli dei numerosi fattori che influenzano l’interazione.
La sintassi si occupa dei rapporti formali dei segni tra loro, dell’ordinamento delle parole, del loro accordo e collegamento nella proposizione e nel periodo, senza riferimento al contenuto significativo. La semantica studia i significati delle parole nella loro evoluzione storica e si occupa delle relazioni dei segni con ciò che designano.

Gli assiomi della pragmatica della comunicazione sono:

1) non si può non comunicare: quando due persone si trovano in un’unità spazio-temporale fanno autenticamente parte di un processo di comunicazione;

2) ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione: quando due persone comunicano tra loro si scambiano un certo contenuto e contemporaneamente inviano dei messaggi che implicitamente tendono a qualificare la relazione in corso;

3) la comunicazione è un processo circolare: ogni sequenza di comunicazione è causa del fenomeno che segue ed effetto di quello che lo ha preceduto;

4) la comunicazione è verbale e analogica: gli esseri umani comunicano non solo con le parole, con il linguaggio verbale - altrimenti detto digitale perché composto da segnali discreti rappresentati dalle lettere dell’alfabeto -, ma anche con il corpo e con la voce - altrimenti detto linguaggio analogico - perché offre una rappresentazione analogica, continua di ciò che si intende comunicare;

5) gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari: gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza; nella relazioni simmetriche la relazione tra i comunicanti è equilibrata mentre in quella complementare uno dei due o più attori assume una posizione superiore, one up, e invita l’altro, o gli altri, ad adottare la posizione complementare o corrispondente inferiore, one down.

Gli assiomi della pragmatica della comunicazione conducono al fenomeno dell’irreversibilità dell’atto comunicazionale: una volta che il messaggio è stato inviato e che ha prodotto i suoi effetti non lo si può più cancellare.

L’esperto di comunicazione si addestra a prestare attenzione, durante ogni fase della comunicazione in corso, al feedback che sta ottenendo dall’interlocutore.

Il feedback è l’insieme delle risposte, verbali e analogiche, fornite dall’interlocutore durante la relazione comunicazionale.

I fattori che influenzano il grado di efficacia di una comunicazione sono:

1) l’identità dei comunicanti: l’identità può essere personale (età, sesso, genere, etnia, caratteristiche fisiche), sociale (ruoli sociali svolti all’interno della famiglia, di una classe sociale o di un ceto), professionale (aspetti legati alla professione esercitata, allo status raggiunto e all’autorità riconosciuta) e spirituale (aspetti relativi alla fede professata, ai valori etici, al credo o sentimento religioso);

2) relazione dei comunicanti: la relazione degli attori contribuisce a qualificare alcuni aspetti dell’identità; soprattutto quando viene esercitato un ruolo, gli attori della comunicazione, recitano delle parti (Goffman);

3) il contenuto della comunicazione: il contenuto di cui si parla richiede trattazioni diverse secondo il livello culturale degli interlocutori e la loro implicazione psicologica ed emotiva;

4) il linguaggio: è il canale dell’espressione soggettiva e serve per rappresentare quella realtà che si vuole condividere; la scelta del lessico congiunge le modalità espressive con contenuti cognitivi e processi emotivi;

5) congruenza tra linguaggio verbale e linguaggio analogico: è di estrema importanza curare la congruenza tra quello che si dice e come lo si esprime, tra le parole pronunciate e i toni e i gesti che lo accompagnano;

6) canale di trasmissione: il canale di trasmissione ha la sua influenza; una comunicazione vis a vis è diversa da una telefonica, via Internet o scritta. Il canale influenza il messaggio: Mc Luhan sostiene che il mezzo è il messaggio;

7) il contesto: la comunicazione interpersonale implica la condivisione spazio-temporale della situazione in cui avviene lo scambio comunicazionale; il processo di comunicazione va dunque inserito nella matrice contestuale in cui si svolge;

8) gli obiettivi: in senso lato lo scopo della comunicazione è quello di aumentare la condivisione, lo scambio, la reciprocità di cognizioni ed emozioni;

9) flessibilità delle strategie utilizzate: è necessario disporre di diverse strategie per gestire con flessibilità i comportamenti appropriati in relazione agli obiettivi posti.



Modi della comunicazione: analogica e verbale



Il linguaggio analogico offre una rappresentazione analogica, continua, del contenuto che si intende comunicare e caratterizza le comunicazioni non verbali e paraverbali. La comunicazione analogica non può essere isolata dalla comunicazione verbale perché le due forme di comunicazione, verbale e non verbale, costituiscono un insieme non separabile, se non artificialmente, per fini didattici.

1) La comunicazione non verbale riguarda la postura, la prossemica, le espressioni del viso, movimenti delle braccia e delle mani e le comunicazioni cinesiche.

La postura rappresenta il modo di disporre nello spazio le parti del corpo e consente di distinguere la funzione comunicativa da quella espressiva.

La prossemica indica due aspetti del modo di collocarsi e di presentarsi socialmente e di relazionarsi fisicamente con le altre persone: l’uso dello spazio, la prossimità in termini di vicinanza/distanza e la posizione del corpo, di fianco o di fronte.

Le espressioni del viso costituiscono un insieme di segnalazione involontaria che indica le principali reazioni emotive (gli occhi non sono bugiardi).

I movimenti e i gesti delle braccia e delle mani accompagnano il linguaggio enfatizzando e punteggiando il messaggio parlato.

Le comunicazioni mimiche o cinesiche determinano atti linguistici poiché sono gesti emblematici (ad esempio alzare la mano per chiedere parola), descrittivi (gesti che scandiscono le parti salienti del discorso illustrando in modo più forte concetti espressi verbalmente), di regolazione (ad esempio ondeggiare la mano per attenuare la forza di un concetto), di adattamento (posizionamento del corpo per dominare stati d’animo o adeguare la propria espressione al contesto), di manifestazione affettiva (ad esempio la carezza).

2) La comunicazione paraverbale riguarda la prosodia, i toni, il tempo, il timbro, il volume della voce. La paralinguistica studia i fenomeni collaterali (para), concomitante all’enunciazione verbale. Le modalità secondo cui ogni proposizione può essere enunciata sono: il tono, il volume, il tempo ed il timbro.

Il tono è principalmente un indicatore dell’intenzione e del senso che si da a quello che si dice e può esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia, apprezzamento o disgusto.

Il volume riguarda prevalentemente l’intensità sonora, il modo di calibrare la voce in base alla distanza dall’interlocutore;

Il tempo, le pause, la lentezza o velocità assolute possono servire come fattori che sottolineano, accentuano o sfumano il significato verbale.

Il timbro è l’insieme delle caratteristiche individuali della voce gutturale, nasale, soffocata; è il colore della voce.

La comunicazione verbale è costituita dal linguaggio, uno strumento di cui ci si serve per tradurre l’esperienza interna in concetti e per esprimere i propri pensieri e trasformarli in processo interpersonale, sociale.

Il processo di percezione degli stimoli esterni subiscono interferenze causate dai filtri neuro-fisiologici, socio culturali e psicologici.

I filtri neuro fisiologici sono di natura genetica e limitano la mera capacità percettiva.

I filtri socio-culturali condizionano la capacità cognitiva e derivano dall’appartenere a una data comunità, cultura, gruppo etnico, religione, zona geografica.

I filtri psicologici personali possono condizionare il potenziale cognitivo, emotivo ed esperenziale dell’individuo.

La linguistica tende a differenziare il piano denotativo da quello connotativi:il piano denotativo indica la relazione mietente tra una parola e l’oggetto cui si riferisce in termini meramente referenziali;

il piano connotativo incorpora invece un giudizio di valore sulla forza evocativa che la parola in sé contiene.

Le parole rappresentano la più piccola unità dell’aspetto esecutivo del processo linguistico (Vygotsky). Ciascuna parola contiene caratteristiche distintive che possono essere utilizzate in modo diverso secondo la forza con cui esprimere le proprie intenzioni. Le parole possono essere descrittive (descrivono fenomeni osservabili), valoriali (assegnano valore ad oggetti, persone stati d’animo e sono generalmente astratte), interpretative (sono meramente soggettive e si basano sui processi di attribuzione e categorizzazione). La scelta delle parole forma il registro linguistico.

L’atto linguistico riguarda i mezzi linguistici che le persone usano per compiere le più comuni azioni sociali ed evidenzia il carattere d’azione del linguaggio che ha la capacità di provocare effetti sul ricevente.

I cinque atti linguistici sono:

1) verdettivi: constatare, descrivere, dire a qualcuno come stanno le cose;

2) esercitivi: cercare di far fare qualcosa a qualcuno;

3) commissivi: impegnarsi a fare qualcosa, assumere impegni;

4) espositivi: esprimere i propri sentimenti interiori;

5) comportativi: causare cambiamenti attraverso le parole.

Il linguista R. Jakobson ha fissato le funzioni relazionali degli atti linguistici assegnando alla comunicazione linguistica sei funzioni relazionali correlate coi fattori che agiscono nel processo di comunicazione: emittente, canale, messaggio, codice, contesto e destinatario.

Le sei funzioni sono:

1) funzione di contatto sociale: serve per rassicurare che si è instaurato il contatto o per verificare che lo si sta mantenendo;

2) funzione conoscitiva esplorativa: serve per conoscere, esplorare la realtà e formularne concettualmente diverse dimensioni o aspetti, con domande, curiosità, giudizi, valutazioni;

3) funzione referenziale: serve per riferire resoconti o commenti;

4) funzione espressiva: serve per esprimere valutazioni, emozioni, giudizi sulla situazione cui si partecipa;

5) funzione conativa: serve per indurre, spingere o stimolare negli altri determinati comportamenti;

6) funzione metalinguistica: serve per discutere il codice prescelto, serve per interrogarsi sulla comunicazione stessa.



Stili di comunicazione e comunicazione indiretta



Per stile si intende la tendenza a privilegiare un modo di esprimersi e di relazionarsi che può essere utile in certe circostanze e disfunzionale in altre. Gli stili della comunicazione sono: stile passivo, aggressivo, manipolativo, assertivo.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile passivo sono caratterizzate da un atteggiamento di minimizzazione delle proprie posizioni, dalla rinuncia a esprimere le proprie idee. Lo stile passivo può essere utile quando non abbiamo intenzione di dedicare energie e ci fidiamo dell’interlocutore.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile aggressivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a mostrare la superiorità di chi parla nei confronti del suo interlocutore. Nello stile aggressivo c’è la tendenza a ipervalutare se stessi e a sottovalutare gli altri. Lo stile aggressivo può essere utile quando vogliamo far valutare i nostri diritti.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile manipolativo sono caratterizzati da atteggiamenti tesi a raggirare l’altra persona con l’intenzione di ottenere una risposta a proprio vantaggio. La manipolazione delle informazioni porta ad alterare, a trasmetterle in modo parziale, non pertinente o congruente, a privilegiare ambiguità espositive. La manipolazione delle emozioni riguarda l’adozione di comportamenti di seduzione, di dissimulazione dei propri sentimenti, emozioni e pensieri tesi a ottenere qualcosa dall’interlocutore che crede invece alla veridicità di quanto dichiarato. Lo stile manipolativo può essere utile quando abbiamo qualcosa da nascondere o da proteggere.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile assertivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a far valere le proprie opinioni, meriti, sensazioni, diritti, nel pieno riconoscimento e rispetto di quelli degli altri. E’ utile usare lo stile assertivo quando vale la pena instaurare un rapporto basato sul riconoscimento dei propri e altrui diritti.

A volte chi parla può voler dire ciò che esprime letteralmente, altre volte può sottintendere un contenuto opposto, come nel caso dell’ironia, altre volte ancora desidera inviare richieste implicite che spera l’interlocutore intuisca. Quando ciò accade chi parla si avvale di atti linguistici indiretti che consentono di ottenere la risposta desiderata senza esprimerla apertamente. Negli atti linguistici indiretti chi parla comunica all’ascoltatore diversi messaggi contemporaneamente, fidandosi del bagaglio di conoscenze linguistiche e relazionali dell’ascoltatore, del suo intuito, della sua capacità di rispondere in modo empatico. Alcuni tipi di messaggi indiretti studiati dai linguisti pragmatici sono: i postulati conversazionali, i presupposti linguistici, le ambiguità, i truismi e le metafore.

I postulati conversazionali sono modi convenzionali, espressioni idiomatiche di porgere richieste che mascherano l’intenzione imperativa o di porre domande senza sembrare intrusivi.

I presupposti linguistici costituiscono la parte sommersa del discorso in quanto stanno prima e sotto ciò che viene pronunciato, e fungono da fondamenta in quanto sorreggono il sovrastante discorso manifesto.

L’ambiguità, ovvero la tecnica di esprimere più significati contemporaneamente, è un elemento strutturale del linguaggio.

Un altro modo per inviare messaggi indiretti e quello di ricorrere a luoghi comuni e ai truismi, ovvero quel complesso di affermazioni ovvie con cui si può intendere altro rispetto al detto.

Nell’ambito retorico la metafora è una figura che esprime una similitudine consistente nel trasferimento a un oggetto il nome proprio di un altro stabilendo un rapporto di analogia; la metafora opera quindi uno spostamento di significato attraverso una parentela di somiglianze.



Comunicazione persuasiva e negoziazione del conflitto

La comunicazione persuasiva intende stimolare nell’ascoltatore l’adesione alla tesi contenuta nel messaggio usando la forza della parola che fa accedere senza costringere, che obbliga senza creare un vincolo di necessità. Il linguaggio persuasivo è prevalentemente indiretto, sensorialmente specificato, suggestivo, evocativo, analogico, metaforico.

La forza persuasiva si fonda sulla conoscenza dell’interlocutore, delle sue aspirazioni, delle sue debolezze, sull’utilizzo delle regole retoriche, e il messaggio persuasivo si avvale di fattori strutturali, valoriali, affettivi.

I fattori strutturali riguardano l’organizzazione del discorso, la scelta dei contenuti e delle argomentazioni, quelli valoriali si riferiscono ai valori universali condivisi dall’ascoltatore e quelli affettivi alle emozioni come leva per l’azione. La persuasione può essere centrate sul persuasore, sul contenuto o sul persuadendo. La persuasione è centrata sul persuasore quando chi parla utilizza se stesso come strumento persuasivo, quando crede che basta la sua presenza per persuadere (attrattiva, forza espressiva, potere). La persuasione è centrata sul contenuto quando che intende persuadere si affida a un’esposizione sicura, con riferimenti precisi, affidabili, con collegamenti pertinenti, seguendo più la logica dei fatti che quella delle idee e delle ideologie (metodo, dimostrazione, evidenza).

La persuasione è centrata sul persuadendo quando il relatore bada più alle eventuali relazioni degli interlocutori e tenta di persuaderli in diversi modi (coinvolgimento, manipolazione). La negoziazione è un processo in cui due o più interlocutori si impegnano per risolvere uno stesso problema partendo da interessi opposti rispetto alle soluzioni, da posizioni di potere reciprocamente relativo.

Il processo negoziale stimola un continuo e mutevole confronto non solo sugli obiettivi della trattativa ma anche sulla volontà di perseguirli, sull’atteggiamento negoziale che gli interlocutori assumono, sulle abilità personali, sull’equilibrio di potere percepito e attribuito, legittimato e riconosciuto e sulla gestione del conflitto. Si può gestire il conflitto con diversi approcci: l’approccio di tipo competitivo si avvale di tecniche di persuasione e di manipolazione;

l’approccio di tipo accomodante è un approccio passivo in cui si è pronti a concedere o a cedere posizioni;

l’approccio compromissorio opera espliciti richiami ad obiettivi di ordine superiore o ricorre a terzi elementi in gioco;

l’approccio collaborativo richiede un confronto aperto, un processo di negoziazione basato sul principio Io vinco/Tu vinci.



Riferimenti bibliografici



BARBIERI G. E LO MORO V., "Utenti e P.A.", Il Mulino, Bologna, 1996

CALIGIURI M., "Lineamenti di comunicazione pubblica", Rubettino Editore

CAVALLONE M. E COLLEONI L., Il marketing degli enti locali, Franco Angeli

CERASE F.P., "Pubblica amministrazione", Carocci Editore, Roma, 1998

FACCIOLI F., "Comunicazione pubblica e cultura del servizio", Carocci

FEDELE M., "Come cambiano le amministrazioni pubbliche", Editori Laterza

INVERNIZZI E., "Relazioni Pubbliche", Mc Graw Hill

KOTLER P., "Al servizio del pubblico", Etaslibri, 1975

N. LUHMANN, "Sistemi sociali", il Mulino, 2000

MANCINI P., "Manuale di comunicazione pubblica", Editori Laterza, 1996

MELIS G., "La burocrazia", Il Mulino, Bologna, 1998

PITASI A., "Comunicazione strategica", Esculapio, 1997

ROLANDO S., "Un paese spiegabile", Etaslibri, Milano, 1998

ROVINETTI A., "L’informazione e la città", Franco Angeli Editore, 1992

ROVINETTI, Diritto di parola, Il sole 24 Ore, 2000

WOLF M., Teorie delle comunicazioni di massa, Bompiani editore



timbro.

Il tono è principalmente un indicatore dell’intenzione e del senso che si da a quello che si dice e può esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia, apprezzamento o disgusto.

Il volume riguarda prevalentemente l’intensità sonora, il modo di calibrare la voce in base alla distanza dall’interlocutore;

Il tempo, le pause, la lentezza o velocità assolute possono servire come fattori che sottolineano, accentuano o sfumano il significato verbale.

Il timbro è l’insieme delle caratteristiche individuali della voce gutturale, nasale, soffocata; è il colore della voce.

La comunicazione verbale è costituita dal linguaggio, uno strumento di cui ci si serve per tradurre l’esperienza interna in concetti e per esprimere i propri pensieri e trasformarli in processo interpersonale, sociale.

Il processo di percezione degli stimoli esterni subiscono interferenze causate dai filtri neuro-fisiologici, socio culturali e psicologici.

I filtri neuro fisiologici sono di natura genetica e limitano la mera capacità percettiva.

I filtri socio-culturali condizionano la capacità cognitiva e derivano dall’appartenere a una data comunità, cultura, gruppo etnico, religione, zona geografica.

I filtri psicologici personali possono condizionare il potenziale cognitivo, emotivo ed esperenziale dell’individuo.

La linguistica tende a differenziare il piano denotativo da quello connotativi:il piano denotativo indica la relazione mietente tra una parola e l’oggetto cui si riferisce in termini meramente referenziali;

il piano connotativo incorpora invece un giudizio di valore sulla forza evocativa che la parola in sé contiene.

Le parole rappresentano la più piccola unità dell’aspetto esecutivo del processo linguistico (Vygotsky). Ciascuna parola contiene caratteristiche distintive che possono essere utilizzate in modo diverso secondo la forza con cui esprimere le proprie intenzioni. Le parole possono essere descrittive (descrivono fenomeni osservabili), valoriali (assegnano valore ad oggetti, persone stati d’animo e sono generalmente astratte), interpretative (sono meramente soggettive e si basano sui processi di attribuzione e categorizzazione). La scelta delle parole forma il registro linguistico.

L’atto linguistico riguarda i mezzi linguistici che le persone usano per compiere le più comuni azioni sociali ed evidenzia il carattere d’azione del linguaggio che ha la capacità di provocare effetti sul ricevente.

I cinque atti linguistici sono:

1) verdettivi: constatare, descrivere, dire a qualcuno come stanno le cose;

2) esercitivi: cercare di far fare qualcosa a qualcuno;

3) commissivi: impegnarsi a fare qualcosa, assumere impegni;

4) espositivi: esprimere i propri sentimenti interiori;

5) comportativi: causare cambiamenti attraverso le parole.

Il linguista R. Jakobson ha fissato le funzioni relazionali degli atti linguistici assegnando alla comunicazione linguistica sei funzioni relazionali correlate coi fattori che agiscono nel processo di comunicazione: emittente, canale, messaggio, codice, contesto e destinatario.

Le sei funzioni sono:

1) funzione di contatto sociale: serve per rassicurare che si è instaurato il contatto o per verificare che lo si sta mantenendo;

2) funzione conoscitiva esplorativa: serve per conoscere, esplorare la realtà e formularne concettualmente diverse dimensioni o aspetti, con domande, curiosità, giudizi, valutazioni;

3) funzione referenziale: serve per riferire resoconti o commenti;

4) funzione espressiva: serve per esprimere valutazioni, emozioni, giudizi sulla situazione cui si partecipa;

5) funzione conativa: serve per indurre, spingere o stimolare negli altri determinati comportamenti;

6) funzione metalinguistica: serve per discutere il codice prescelto, serve per interrogarsi sulla comunicazione stessa.



Stili di comunicazione e comunicazione indiretta



Per stile si intende la tendenza a privilegiare un modo di esprimersi e di relazionarsi che può essere utile in certe circostanze e disfunzionale in altre. Gli stili della comunicazione sono: stile passivo, aggressivo, manipolativo, assertivo.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile passivo sono caratterizzate da un atteggiamento di minimizzazione delle proprie posizioni, dalla rinuncia a esprimere le proprie idee. Lo stile passivo può essere utile quando non abbiamo intenzione di dedicare energie e ci fidiamo dell’interlocutore.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile aggressivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a mostrare la superiorità di chi parla nei confronti del suo interlocutore. Nello stile aggressivo c’è la tendenza a ipervalutare se stessi e a sottovalutare gli altri. Lo stile aggressivo può essere utile quando vogliamo far valutare i nostri diritti.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile manipolativo sono caratterizzati da atteggiamenti tesi a raggirare l’altra persona con l’intenzione di ottenere una risposta a proprio vantaggio. La manipolazione delle informazioni porta ad alterare, a trasmetterle in modo parziale, non pertinente o congruente, a privilegiare ambiguità espositive. La manipolazione delle emozioni riguarda l’adozione di comportamenti di seduzione, di dissimulazione dei propri sentimenti, emozioni e pensieri tesi a ottenere qualcosa dall’interlocutore che crede invece alla veridicità di quanto dichiarato. Lo stile manipolativo può essere utile quando abbiamo qualcosa da nascondere o da proteggere.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile assertivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a far valere le proprie opinioni, meriti, sensazioni, diritti, nel pieno riconoscimento e rispetto di quelli degli altri. E’ utile usare lo stile assertivo quando vale la pena instaurare un rapporto basato sul riconoscimento dei propri e altrui diritti.

A volte chi parla può voler dire ciò che esprime letteralmente, altre volte può sottintendere un contenuto opposto, come nel caso dell’ironia, altre volte ancora desidera inviare richieste implicite che spera l’interlocutore intuisca. Quando ciò accade chi parla si avvale di atti linguistici indiretti che consentono di ottenere la risposta desiderata senza esprimerla apertamente. Negli atti linguistici indiretti chi parla comunica all’ascoltatore diversi messaggi contemporaneamente, fidandosi del bagaglio di conoscenze linguistiche e relazionali dell’ascoltatore, del suo intuito, della sua capacità di rispondere in modo empatico. Alcuni tipi di messaggi indiretti studiati dai linguisti pragmatici sono: i postulati conversazionali, i presupposti linguistici, le ambiguità, i truismi e le metafore.

I postulati conversazionali sono modi convenzionali, espressioni idiomatiche di porgere richieste che mascherano l’intenzione imperativa o di porre domande senza sembrare intrusivi.

I presupposti linguistici costituiscono la parte sommersa del discorso in quanto stanno prima e sotto ciò che viene pronunciato, e fungono da fondamenta in quanto sorreggono il sovrastante discorso manifesto.

L’ambiguità, ovvero la tecnica di esprimere più significati contemporaneamente, è un elemento strutturale del linguaggio.

Un altro modo per inviare messaggi indiretti e quello di ricorrere a luoghi comuni e ai truismi, ovvero quel complesso di affermazioni ovvie con cui si può intendere altro rispetto al detto.

Nell’ambito retorico la metafora è una figura che esprime una similitudine consistente nel trasferimento a un oggetto il nome proprio di un altro stabilendo un rapporto di analogia; la metafora opera quindi uno spostamento di significato attraverso una parentela di somiglianze.



Comunicazione persuasiva e negoziazione del conflitto

La comunicazione persuasiva intende stimolare nell’ascoltatore l’adesione alla tesi contenuta nel messaggio usando la forza della parola che fa accedere senza costringere, che obbliga senza creare un vincolo di necessità. Il linguaggio persuasivo è prevalentemente indiretto, sensorialmente specificato, suggestivo, evocativo, analogico, metaforico.

La forza persuasiva si fonda sulla conoscenza dell’interlocutore, delle sue aspirazioni, delle sue debolezze, sull’utilizzo delle regole retoriche, e il messaggio persuasivo si avvale di fattori strutturali, valoriali, affettivi.

I fattori strutturali riguardano l’organizzazione del discorso, la scelta dei contenuti e delle argomentazioni, quelli valoriali si riferiscono ai valori universali condivisi dall’ascoltatore e quelli affettivi alle emozioni come leva per l’azione. La persuasione può essere centrate sul persuasore, sul contenuto o sul persuadendo. La persuasione è centrata sul persuasore quando chi parla utilizza se stesso come strumento persuasivo, quando crede che basta la sua presenza per persuadere (attrattiva, forza espressiva, potere). La persuasione è centrata sul contenuto quando che intende persuadere si affida a un’esposizione sicura, con riferimenti precisi, affidabili, con collegamenti pertinenti, seguendo più la logica dei fatti che quella delle idee e delle ideologie (metodo, dimostrazione, evidenza).

La persuasione è centrata sul persuadendo quando il relatore bada più alle eventuali relazioni degli interlocutori e tenta di persuaderli in diversi modi (coinvolgimento, manipolazione). La negoziazione è un processo in cui due o più interlocutori si impegnano per risolvere uno stesso problema partendo da interessi opposti rispetto alle soluzioni, da posizioni di potere reciprocamente relativo.

Il processo negoziale stimola un continuo e mutevole confronto non solo sugli obiettivi della trattativa ma anche sulla volontà di perseguirli, sull’atteggiamento negoziale che gli interlocutori assumono, sulle abilità personali, sull’equilibrio di potere percepito e attribuito, legittimato e riconosciuto e sulla gestione del conflitto. Si può gestire il conflitto con diversi approcci: l’approccio di tipo competitivo si avvale di tecniche di persuasione e di manipolazione;

l’approccio di tipo accomodante è un approccio passivo in cui si è pronti a concedere o a cedere posizioni;

l’approccio compromissorio opera espliciti richiami ad obiettivi di ordine superiore o ricorre a terzi elementi in gioco;

l’approccio collaborativo richiede un confronto aperto, un processo di negoziazione basato sul principio Io vinco/Tu vinci.



Approcci, assiomi e fattori di efficacia della comunicazione


Il libro “Pragmatica della comunicazione umana” (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971) ha posto le basi di un nuovo paradigma della comunicazione evidenziando cinque assiomi. Gli assiomi prestano attenzione agli effetti pragmatici dell’azione comunicazionale e danno valore all’influenza reciproca di tutti i fattori coinvolti

L’approccio pragmatico esamina la comunicazione interpersonale come un processo irreversibile, in continua evoluzione in cui le persone coinvolte si influenzano reciprocamente.

L’approccio strategico considera invece la comunicazione un atto appreso, che va guidato ed educato. La conoscenza delle tecniche di comunicazione interpersonale fa divenire più consapevoli dei numerosi fattori che influenzano l’interazione.

La sintassi si occupa dei rapporti formali dei segni tra loro, dell’ordinamento delle parole, del loro accordo e collegamento nella proposizione e nel periodo, senza riferimento al contenuto significativo. La semantica studia i significati delle parole nella loro evoluzione storica e si occupa delle relazioni dei segni con ciò che designano.

Gli assiomi della pragmatica della comunicazione sono:

1) non si può non comunicare: quando due persone si trovano in un’unità spazio-temporale fanno autenticamente parte di un processo di comunicazione;

2) ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione: quando due persone comunicano tra loro si scambiano un certo contenuto e contemporaneamente inviano dei messaggi che implicitamente tendono a qualificare la relazione in corso;

3) la comunicazione è un processo circolare: ogni sequenza di comunicazione è causa del fenomeno che segue ed effetto di quello che lo ha preceduto;

4) la comunicazione è verbale e analogica: gli esseri umani comunicano non solo con le parole, con il linguaggio verbale - altrimenti detto digitale perché composto da segnali discreti rappresentati dalle lettere dell’alfabeto -, ma anche con il corpo e con la voce - altrimenti detto linguaggio analogico - perché offre una rappresentazione analogica, continua di ciò che si intende comunicare;

5) gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari: gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza; nella relazioni simmetriche la relazione tra i comunicanti è equilibrata mentre in quella complementare uno dei due o più attori assume una posizione superiore, one up, e invita l’altro, o gli altri, ad adottare la posizione complementare o corrispondente inferiore, one down.

Gli assiomi della pragmatica della comunicazione conducono al fenomeno dell’irreversibilità dell’atto comunicazionale: una volta che il messaggio è stato inviato e che ha prodotto i suoi effetti non lo si può più cancellare.

L’esperto di comunicazione si addestra a prestare attenzione, durante ogni fase della comunicazione in corso, al feedback che sta ottenendo dall’interlocutore.

Il feedback è l’insieme delle risposte, verbali e analogiche, fornite dall’interlocutore durante la relazione comunicazionale.

I fattori che influenzano il grado di efficacia di una comunicazione sono:

1) l’identità dei comunicanti: l’identità può essere personale (età, sesso, genere, etnia, caratteristiche fisiche), sociale (ruoli sociali svolti all’interno della famiglia, di una classe sociale o di un ceto), professionale (aspetti legati alla professione esercitata, allo status raggiunto e all’autorità riconosciuta) e spirituale (aspetti relativi alla fede professata, ai valori etici, al credo o sentimento religioso);

2) relazione dei comunicanti: la relazione degli attori contribuisce a qualificare alcuni aspetti dell’identità; soprattutto quando viene esercitato un ruolo, gli attori della comunicazione, recitano delle parti (Goffman);

3) il contenuto della comunicazione: il contenuto di cui si parla richiede trattazioni diverse secondo il livello culturale degli interlocutori e la loro implicazione psicologica ed emotiva;

4) il linguaggio: è il canale dell’espressione soggettiva e serve per rappresentare quella realtà che si vuole condividere; la scelta del lessico congiunge le modalità espressive con contenuti cognitivi e processi emotivi;

5) congruenza tra linguaggio verbale e linguaggio analogico: è di estrema importanza curare la congruenza tra quello che si dice e come lo si esprime, tra le parole pronunciate e i toni e i gesti che lo accompagnano;

6) canale di trasmissione: il canale di trasmissione ha la sua influenza; una comunicazione vis a vis è diversa da una telefonica, via Internet o scritta. Il canale influenza il messaggio: Mc Luhan sostiene che il mezzo è il messaggio;

7) il contesto: la comunicazione interpersonale implica la condivisione spazio-temporale della situazione in cui avviene lo scambio comunicazionale; il processo di comunicazione va dunque inserito nella matrice contestuale in cui si svolge;

8) gli obiettivi: in senso lato lo scopo della comunicazione è quello di aumentare la condivisione, lo scambio, la reciprocità di cognizioni ed emozioni;

9) flessibilità delle strategie utilizzate: è necessario disporre di diverse strategie per gestire con flessibilità i comportamenti appropriati in relazione agli obiettivi posti.



Modi della comunicazione: analogica e verbale



Il linguaggio analogico offre una rappresentazione analogica, continua, del contenuto che si intende comunicare e caratterizza le comunicazioni non verbali e paraverbali. La comunicazione analogica non può essere isolata dalla comunicazione verbale perché le due forme di comunicazione, verbale e non verbale, costituiscono un insieme non separabile, se non artificialmente, per fini didattici.

1) La comunicazione non verbale riguarda la postura, la prossemica, le espressioni del viso, movimenti delle braccia e delle mani e le comunicazioni cinesiche.

La postura rappresenta il modo di disporre nello spazio le parti del corpo e consente di distinguere la funzione comunicativa da quella espressiva.

La prossemica indica due aspetti del modo di collocarsi e di presentarsi socialmente e di relazionarsi fisicamente con le altre persone: l’uso dello spazio, la prossimità in termini di vicinanza/distanza e la posizione del corpo, di fianco o di fronte.

Le espressioni del viso costituiscono un insieme di segnalazione involontaria che indica le principali reazioni emotive (gli occhi non sono bugiardi).

I movimenti e i gesti delle braccia e delle mani accompagnano il linguaggio enfatizzando e punteggiando il messaggio parlato.

Le comunicazioni mimiche o cinesiche determinano atti linguistici poiché sono gesti emblematici (ad esempio alzare la mano per chiedere parola), descrittivi (gesti che scandiscono le parti salienti del discorso illustrando in modo più forte concetti espressi verbalmente), di regolazione (ad esempio ondeggiare la mano per attenuare la forza di un concetto), di adattamento (posizionamento del corpo per dominare stati d’animo o adeguare la propria espressione al contesto), di manifestazione affettiva (ad esempio la carezza).

2) La comunicazione paraverbale riguarda la prosodia, i toni, il tempo, il timbro, il volume della voce. La paralinguistica studia i fenomeni collaterali (para), concomitante all’enunciazione verbale. Le modalità secondo cui ogni proposizione può essere enunciata sono: il tono, il volume, il tempo ed il timbro.

Il tono è principalmente un indicatore dell’intenzione e del senso che si da a quello che si dice e può esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia, apprezzamento o disgusto.

Il volume riguarda prevalentemente l’intensità sonora, il modo di calibrare la voce in base alla distanza dall’interlocutore;

Il tempo, le pause, la lentezza o velocità assolute possono servire come fattori che sottolineano, accentuano o sfumano il significato verbale.

Il timbro è l’insieme delle caratteristiche individuali della voce gutturale, nasale, soffocata; è il colore della voce.

La comunicazione verbale è costituita dal linguaggio, uno strumento di cui ci si serve per tradurre l’esperienza interna in concetti e per esprimere i propri pensieri e trasformarli in processo interpersonale, sociale.

Il processo di percezione degli stimoli esterni subiscono interferenze causate dai filtri neuro-fisiologici, socio culturali e psicologici.

I filtri neuro fisiologici sono di natura genetica e limitano la mera capacità percettiva.

I filtri socio-culturali condizionano la capacità cognitiva e derivano dall’appartenere a una data comunità, cultura, gruppo etnico, religione, zona geografica.

I filtri psicologici personali possono condizionare il potenziale cognitivo, emotivo ed esperenziale dell’individuo.

La linguistica tende a differenziare il piano denotativo da quello connotativi:il piano denotativo indica la relazione mietente tra una parola e l’oggetto cui si riferisce in termini meramente referenziali;

il piano connotativo incorpora invece un giudizio di valore sulla forza evocativa che la parola in sé contiene.

Le parole rappresentano la più piccola unità dell’aspetto esecutivo del processo linguistico (Vygotsky). Ciascuna parola contiene caratteristiche distintive che possono essere utilizzate in modo diverso secondo la forza con cui esprimere le proprie intenzioni. Le parole possono essere descrittive (descrivono fenomeni osservabili), valoriali (assegnano valore ad oggetti, persone stati d’animo e sono generalmente astratte), interpretative (sono meramente soggettive e si basano sui processi di attribuzione e categorizzazione). La scelta delle parole forma il registro linguistico.

L’atto linguistico riguarda i mezzi linguistici che le persone usano per compiere le più comuni azioni sociali ed evidenzia il carattere d’azione del linguaggio che ha la capacità di provocare effetti sul ricevente.

I cinque atti linguistici sono:

1) verdettivi: constatare, descrivere, dire a qualcuno come stanno le cose;

2) esercitivi: cercare di far fare qualcosa a qualcuno;

3) commissivi: impegnarsi a fare qualcosa, assumere impegni;

4) espositivi: esprimere i propri sentimenti interiori;

5) comportativi: causare cambiamenti attraverso le parole.

Il linguista R. Jakobson ha fissato le funzioni relazionali degli atti linguistici assegnando alla comunicazione linguistica sei funzioni relazionali correlate coi fattori che agiscono nel processo di comunicazione: emittente, canale, messaggio, codice, contesto e destinatario.

Le sei funzioni sono:

1) funzione di contatto sociale: serve per rassicurare che si è instaurato il contatto o per verificare che lo si sta mantenendo;

2) funzione conoscitiva esplorativa: serve per conoscere, esplorare la realtà e formularne concettualmente diverse dimensioni o aspetti, con domande, curiosità, giudizi, valutazioni;

3) funzione referenziale: serve per riferire resoconti o commenti;

4) funzione espressiva: serve per esprimere valutazioni, emozioni, giudizi sulla situazione cui si partecipa;

5) funzione conativa: serve per indurre, spingere o stimolare negli altri determinati comportamenti;

6) funzione metalinguistica: serve per discutere il codice prescelto, serve per interrogarsi sulla comunicazione stessa.



Stili di comunicazione e comunicazione indiretta



Per stile si intende la tendenza a privilegiare un modo di esprimersi e di relazionarsi che può essere utile in certe circostanze e disfunzionale in altre. Gli stili della comunicazione sono: stile passivo, aggressivo, manipolativo, assertivo.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile passivo sono caratterizzate da un atteggiamento di minimizzazione delle proprie posizioni, dalla rinuncia a esprimere le proprie idee. Lo stile passivo può essere utile quando non abbiamo intenzione di dedicare energie e ci fidiamo dell’interlocutore.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile aggressivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a mostrare la superiorità di chi parla nei confronti del suo interlocutore. Nello stile aggressivo c’è la tendenza a ipervalutare se stessi e a sottovalutare gli altri. Lo stile aggressivo può essere utile quando vogliamo far valutare i nostri diritti.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile manipolativo sono caratterizzati da atteggiamenti tesi a raggirare l’altra persona con l’intenzione di ottenere una risposta a proprio vantaggio. La manipolazione delle informazioni porta ad alterare, a trasmetterle in modo parziale, non pertinente o congruente, a privilegiare ambiguità espositive. La manipolazione delle emozioni riguarda l’adozione di comportamenti di seduzione, di dissimulazione dei propri sentimenti, emozioni e pensieri tesi a ottenere qualcosa dall’interlocutore che crede invece alla veridicità di quanto dichiarato. Lo stile manipolativo può essere utile quando abbiamo qualcosa da nascondere o da proteggere.

Le comunicazioni in cui prevale uno stile assertivo sono caratterizzate da atteggiamenti tesi a far valere le proprie opinioni, meriti, sensazioni, diritti, nel pieno riconoscimento e rispetto di quelli degli altri. E’ utile usare lo stile assertivo quando vale la pena instaurare un rapporto basato sul riconoscimento dei propri e altrui diritti.

A volte chi parla può voler dire ciò che esprime letteralmente, altre volte può sottintendere un contenuto opposto, come nel caso dell’ironia, altre volte ancora desidera inviare richieste implicite che spera l’interlocutore intuisca. Quando ciò accade chi parla si avvale di atti linguistici indiretti che consentono di ottenere la risposta desiderata senza esprimerla apertamente. Negli atti linguistici indiretti chi parla comunica all’ascoltatore diversi messaggi contemporaneamente, fidandosi del bagaglio di conoscenze linguistiche e relazionali dell’ascoltatore, del suo intuito, della sua capacità di rispondere in modo empatico. Alcuni tipi di messaggi indiretti studiati dai linguisti pragmatici sono: i postulati conversazionali, i presupposti linguistici, le ambiguità, i truismi e le metafore.

I postulati conversazionali sono modi convenzionali, espressioni idiomatiche di porgere richieste che mascherano l’intenzione imperativa o di porre domande senza sembrare intrusivi.

I presupposti linguistici costituiscono la parte sommersa del discorso in quanto stanno prima e sotto ciò che viene pronunciato, e fungono da fondamenta in quanto sorreggono il sovrastante discorso manifesto.

L’ambiguità, ovvero la tecnica di esprimere più significati contemporaneamente, è un elemento strutturale del linguaggio.

Un altro modo per inviare messaggi indiretti e quello di ricorrere a luoghi comuni e ai truismi, ovvero quel complesso di affermazioni ovvie con cui si può intendere altro rispetto al detto.

Nell’ambito retorico la metafora è una figura che esprime una similitudine consistente nel trasferimento a un oggetto il nome proprio di un altro stabilendo un rapporto di analogia; la metafora opera quindi uno spostamento di significato attraverso una parentela di somiglianze.



Comunicazione persuasiva e negoziazione del conflitto

La comunicazione persuasiva intende stimolare nell’ascoltatore l’adesione alla tesi contenuta nel messaggio usando la forza della parola che fa accedere senza costringere, che obbliga senza creare un vincolo di necessità. Il linguaggio persuasivo è prevalentemente indiretto, sensorialmente specificato, suggestivo, evocativo, analogico, metaforico.

La forza persuasiva si fonda sulla conoscenza dell’interlocutore, delle sue aspirazioni, delle sue debolezze, sull’utilizzo delle regole retoriche, e il messaggio persuasivo si avvale di fattori strutturali, valoriali, affettivi.

I fattori strutturali riguardano l’organizzazione del discorso, la scelta dei contenuti e delle argomentazioni, quelli valoriali si riferiscono ai valori universali condivisi dall’ascoltatore e quelli affettivi alle emozioni come leva per l’azione. La persuasione può essere centrate sul persuasore, sul contenuto o sul persuadendo. La persuasione è centrata sul persuasore quando chi parla utilizza se stesso come strumento persuasivo, quando crede che basta la sua presenza per persuadere (attrattiva, forza espressiva, potere). La persuasione è centrata sul contenuto quando che intende persuadere si affida a un’esposizione sicura, con riferimenti precisi, affidabili, con collegamenti pertinenti, seguendo più la logica dei fatti che quella delle idee e delle ideologie (metodo, dimostrazione, evidenza).

La persuasione è centrata sul persuadendo quando il relatore bada più alle eventuali relazioni degli interlocutori e tenta di persuaderli in diversi modi (coinvolgimento, manipolazione). La negoziazione è un processo in cui due o più interlocutori si impegnano per risolvere uno stesso problema partendo da interessi opposti rispetto alle soluzioni, da posizioni di potere reciprocamente relativo.

Il processo negoziale stimola un continuo e mutevole confronto non solo sugli obiettivi della trattativa ma anche sulla volontà di perseguirli, sull’atteggiamento negoziale che gli interlocutori assumono, sulle abilità personali, sull’equilibrio di potere percepito e attribuito, legittimato e riconosciuto e sulla gestione del conflitto. Si può gestire il conflitto con diversi approcci: l’approccio di tipo competitivo si avvale di tecniche di persuasione e di manipolazione;

l’approccio di tipo accomodante è un approccio passivo in cui si è pronti a concedere o a cedere posizioni;

l’approccio compromissorio opera espliciti richiami ad obiettivi di ordine superiore o ricorre a terzi elementi in gioco;

l’approccio collaborativo richiede un confronto aperto, un processo di negoziazione basato sul principio Io vinco/Tu vinci.

Continua…..

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